La complessità strutturale delle navi rende la loro demolizione un’attività particolarmente delicata. La tipologia e la quantità dei materiali impiegati nella loro costruzione possono infatti rappresentare un problema molto serio in termini di rischio ambientale, ma anche un pericolo per il personale che è chiamato ad operare concretamente in vista dello smantellamento. In particolare, nei decenni passati non era infrequente l’impiego di amianto e vernici altamente tossiche, fortunatamente sostituite in seguito con equivalenti meno dannosi per la salute. Ma non è finita qui: traghetti, navi da crociera, mercantili, ma anche imbarcazioni più piccole come pescherecci o yacht sono un autentico ricettacolo di sostanze nocive quali oli e carburanti, a cui si aggiungono acque di scolo e residui dei prodotti trasportati.
Se da un lato le navi arrivate a fine vita operativa rappresentano una potenziale bomba ecologica da trattare con estrema cautela, dall’altro offrono anche un’importante opportunità per il riciclo di materiali preziosi. Molti componenti ed equipaggiamenti di bordo, assieme ovviamente ai metalli di alta qualità impiegati dai cantieri nella costruzione, possono essere recuperati per il riutilizzo o la rivendita: a seconda della quantità di acciaio, rame, nickel ecc. con cui una nave è realizzata il prezzo del suo relitto può arrivare anche a svariate centinaia di dollari per ogni tonnellata di peso. Il riciclo dei materiali ha una doppia valenza, perché consente da un lato di risparmiare in fase di costruzione e dall’altro di evitare la produzione di rifiuti il cui smaltimento sarebbe problematico e oneroso.
Valorizzazione dei Materiali e Riciclo
Il processo di demolizione navale è suddiviso in fasi ben definite. La fase iniziale consiste nella pianificazione, che include la valutazione dei metodi, dei rischi e delle attrezzature necessarie. Successivamente, si procede con la demolizione effettiva, che può avvenire presso la sede del cliente o in loco, a seconda delle necessità.
Le tecniche utilizzate per la demolizione comprendono il taglio a caldo tramite fiamma ossiacetilenica e il taglio a freddo mediante cesoie idrauliche semoventi. La scelta tra queste tecniche dipende da vari fattori, tra cui la presenza di materiali infiammabili e considerazioni ambientali. L’impiego di mezzi su gomma, come gru telescopiche e camion con cassoni scarrabili, inoltre, consente di operare senza danneggiare le superfici cementate circostanti.
Sostenibilità Ambientale e Nuove Opportunità
Demolire una nave non significa cancellare semplicemente la sua presenza fisica, ma anche proteggere l’ambiente attraverso lo smaltimento di tutte le sostanze inquinanti. Permettendole anche di “reincarnarsi” in qualche altra forma, o magari, grazie al riciclo, di tornare addirittura a solcare il mare in un’altra veste.